Monthly favourites | maggio.

Non ho la benché minima idea di come possa essere passato maggio. Davvero, non capisco. A questo punto tanto vale passare davvero la vita a procrastinare con orgoglio, leggendo, bevendo, e lamentandosi insieme ai gatti. 




  • Zona disagio, Jonathan Franzen. Vedi sopra. Sarà che il momento è particolarmente azzeccato, ma questo libro è stato la mia salvezza questo mese. A parte essere infinitamente bello, ovvio. Ne ho delirato anche qui, ma ripeto, non credete a ciò che si dice in giro. Non è assolutamente noioso e sconclusionato, ma chirurgico e letale. 
  • Chi manda le onde, Fabio Genovesi. Anche qui ho già espresso il mio compiacimento sufficientemente. Riuscire a non farmi indispettire mettendo in scena due bambini (di cui una albina e uno scampato a Chernobyl), riuscendo a farmi sorridere e rendendoli fascinosissimi, ecco, per me ha vinto per questo. Poi sarà che abito qui in Versilia, ma era tanto che non ridevo davvero leggendo un libro. Che non ridevo di cuore. Insomma, è bello. C'è un po' di soprannaturale (ma che serve solo a meravigliarci o a scuoterci un po'), ci sono personaggi disastrati (ma mai macchiette), e c'è una storia bella (ma non pretenziosa). Quindi? Leggetelo.
  • Benedizione, Kent Haruf. Dio santo, leggetelo. È un'operazione di voyeurismo discreto quella che opererete leggendo questo romanzo. È l'affacciarsi alla finestra di qualcuno e vedere cosa sta facendo. Senza troppa malizia e senza alcun clamore.
I vostri preferiti del mese? 

Share:

0 commenti