Talking about | arrivare tardi.

Volevo il vostro parere.
Grazie a quella cosa meravigliosa che è MLOL sono riuscita finalmente a recuperare "Il tempo è un bastardo" di Jennifer Egan. La curiosità c'era dal premio Pulitzer tre anni fa, ma la lettura è stata sempre posticipata visto il sentore che avevo che non mi avrebbe poi entusiasmato così tanto.
Ahimè, così in parte è stato. Forse sono arrivata troppo tardi, perdonate il gioco di parole che mi viene da fare citando proprio il titolo.



Affrontiamo subito la diatriba principale. Romanzo o raccolta di racconti? Beh, a mio parere questo è un chiaro esempio di romanzo signori miei. Il fatto è che la Egan ha giocato molto bene e ha saputo sperimentare ancora di più quello che ormai è un postmodernismo americano dilagante (e da me apprezzato). Il romanzo si articola in capitoli che balzano allegramente da una coordinata temporale all'altra, regolando il tutto con una sorta di associazione di idee basate su un personaggio. Primo capitolo, Sasha, il suo capo è Bennie. Secondo capitolo, Bennie. Avete capito insomma. 

Credere che siano quindi short stories più o meno slegate è quindi orrendamente sbagliato, infatti è tutto il contrario. Perchè è appunto l'insieme a regalarci quello che è il messaggio lampante della Egan. Il titolo originale "A visit from the goon squad" è stato tradotto in maniera a noi più efficace, ma è comunque prorio Bosco, che in italiano ci viene a dire che "Il tempo è un bastardo", che "Time's a goon, right?". Le goon squad, mi riferisce Wikipedia, sono tizi che vanno a intimidire che non collabora con i sindacati. Ma più in generale possono essere teppisti, gang. Comunque sia, è chiaro.
Ciò che unisce i personaggi è la consapevolezza che il tempo passa, in maniera più o meno letale. Il fatto che sia ben presente il fatto del business nella musica rende il messaggio ancora più diretto. 

Ciò che ho apprezzato è stato quindi l'effetto che si viene a creare, tra una trama per niente lineare, per alcuni addirittura una semplice serie di racconti, è il fatto perfettamente lineare invece che per tutti quanti il tempo passa.



Bene, Questo l'ho apprezzato, Però, permettetemi di dire, non è così poi grandioso. Sembrava tutto molto più complesso, sperimentale, intrigante. Invece no. Il capitolo in forma di slide io l'ho trovato solo un po' pretestuoso. Inoltre la maggior parte di questi punti di vista non è poi niente di entusiasmante. A parte "Safari", che è bello e basta, sono tutti un po' deboli.
Quando alla fine di un libro mi rendo conto che sto pensando "Certo che," capisco subito che non finirò per consigliarlo a qualcuno.
"Il tempo è un bastardo" si presenta bene, ma alla fine, a parte la buona volontà, non è riuscito a entusiasmarmi con i suoi mirabolanti prodigi sperimentali. 

Avevo ormai, ho, già visto di meglio, ecco.

Voi l'avete letto? 

Share:

0 commenti