Get this now | Seconds

Seconds è un gioiellino. È una di quelle cose che devi leggere per sentiti un pochino (anche se poco) più a posto con te stessa.
Brian O'Malley, senza nessuna premura per quelli tra noi con i piedi un po' traballanti al momento, ci ha preso di nuovo, dopo essere riuscito a trasformare Scott Pilgrim in quello che è praticamente un fumetto di culto. 





A differenza di Scott stavolta ci troviamo davanti a un prodotto non seriale, meno "scenico" e molto più funzionale. Seconds prende il nome dall'omonimo ristorante personaggio (perché vedrete che il Seconds personaggio lo è davvero), dove lavora la protagonista, Katie. Una quasi trentenne completamente assorbita dall'ambiente lavorativo, perennemente sull'attenti per fare e volere, ambiziosa, che sta per aprire un secondo ristorante. Questo personaggio che sembra un po' il contrario del povero Scott è in realtà non un vero esemplare di successful adult. Katie è anche insicura, un po' immatura, sotto gli ordini ad alta voce c'è una personalità che è una sub evoluzione di Jessica Day. 



Ed è in mezzo ai problemi e alle ansie che affronta (o meglio che non affronta) che viene dato fuoco alle polveri e questa storia diventa semplicemente meravigliosa.
O'Malley stavolta ha unito un intreccio quasi fiabesco, qualcosa che ricorda un pochino Gaiman secondo me, alla consapevolezza umana, troppo umana.
Quello che succede è entra in gioco uno "spirito della casa" dei funghi chesono molto più che allucinogeni, e una specie di quadernino alla Death Note, dove scrivi ciò che vuoi cambiare.
Presto fatto. Si scrive l'errore, si mangia il fungo, e quando ci si sveglia, bam! Tutto è cambiato. Un continuo what if. Un loop di errori corretti, di funghi ingeriti, di ulteriori sbagli. 
I personaggi quasi da manga e il ritmo accattivante rendono questo fumetto un'opera godibilissima e divertente. Ma sopratutto matura. 
Un'opera matura che parla di immaturità. Katie, come molti, non ascolta, non vuole capire, nemmeno cerca di arrivare al vero problema. Il suo è un continuo premere un bottone che resetta tutto quanto, senza mai davvero fermarsi a pensare a cosa sarebbe davvero sufficiente fare. Questo scrollarci le spalle urlando a gran voce "Vuoi fermarti e pensare un secondo" O'Malley non lo rende moraleggiante, ovviamente. Katie è adorabile, così come lo è una cameriera timidissima, o uno spirito della casa vestito punk rock. Il miscelare elementi quasi fiabeschi, una logica da viaggio nel tempo, e una ragazza incerta, rende tutto sincero.
Katie non è perfetta. Ovvio, semplice. Non è sempre credibile la storia di chi si alza ogni mattina perché sa che ce la può fare, di chi riesce a vincere quasi sempre. Inutile farcirci di autostime gloriose, quando la realtà è che spesso vorremmo solo svegliarci e scoprire che le cose si sono risolte da sole.
E questo O'Malley riesce a dircelo in maniera dolcissima.

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