Best and worst books of 2014!

Ebbene sì, come potete leggere grazie al presuntuoso titolo ho deciso di fare a teeny tiny classifica dei migliori e dei peggiori libri che ho letto quest'anno. Sono cinque libri molto belli, o almeno, che mi hanno particolarmente colpita, alcuni cambiata, e altri cinque che invece, meh. Meh e basta. Tutto in ordine casuale.
In generale il 2014 è stato un anno molto, molto proficuo. Ho letto 80 libri, 44 cartacei e 36 ebooks. Ah, chiaramente io non conto fumetti e nemmeno graphic novel (forse farò una classifica in merito anche a quelle, visto che quest'anno ho cominciato davvero a carburare anche in quel genere). 
In ogni caso ho completato perfettamente la mia challenge su Goodreads, e a parte il numero sono molto soddisfatta per la qualità. Di libri davvero brutti ne ho letti pochi, e quei pochi sono comunque libri dai quali non mi aspettavo molto. Per il resto ho fatto una bella scorpacciata di ottimi titoli, e nel caso voi non vi siate ancora gustati tali meraviglie vi invito a trarre spunto dalla classifica.



L'opera struggente di un formidabile genio, Dave Eggers. Questo è stato il mio primissimo incontro con Eggers, ed è stato quello che ha fatto scoccare la scintilla. Questo libro è bellissimo, cattivissimo e tagliente. Ma sopratutto è geniale. Sì, il titolo ha ragione. Ci sono così tante cose di cui potrei parlare per convincervi a leggerlo (il consiglio non basta, dovete, si deve). Un filo di sarcasmo crudele, una megalomania spropositata ed efficace, un uso della parola da occhi fissi sulla pagina. Tantissime cose. Cinque stelle di quelle che quando le do sento proprio che sì, ci siamo, ne ho trovato un altro che adoro.

Dio di illusioni, Donna Tartt. Forse dovrei citarvi almeno due o tre passi per farvi capire perché questo libro sia davvero bello, sul serio, e perché quando dite "Ma è la solita trama banale, è già sentito!" siete degli imbecilli della peggio specie che si lasciano sfuggire qualcosa di unico. 
A parte il fatto che la Tartt riesce a trasmettere la stessa sensazione di turbamento misto a meraviglia che io provo quando di notte, alle tre passate, nella via senza illuminazione dove abito mi fermo un po' a guardarmi intorno nel buio più completo.
Ma a parte la Tartt questa storia è una di quelle che con me vince in partenza perché parla della bellezza. La bellezza fredda e calcolatrice, la bellezza crudele, la bellezza vile, la bellezza che è solo superficiale. Del resto il Dio di illusioni del titolo è Dioniso, che rende le cose come in realtà non sono. E in mezzo a questo viaggio in una dimensione antica, greca, mistica, fatta di sottigliezze infime e occhi lascivi, la storia è un continuo rivelarsi, un rivelarsi statico e dinamico, un qualcosa che davvero, è incredibilmente toccante. Ma davvero, perché è da brividi, veri. E per quanto come il "messaggio" stesso possa sembrare uno di quelli ormai sfruttati fino all'esaurimento in un "normale" romanzo di formazione così non è, perché non si parla solo di male nascosto e di bellezza vuota, ma appunto, di come il male possa apparire di come si possa ottenere, e a quale prezzo, la bellezza, la maestosità antica, messaggio degno di una, appunto guarda caso, tragedia greca. Dio di illusioni è un libro davvero ricco, sentito, irrequieto, frastornante. E questa recensione è alquanto sconclusionata, ma anche io sono ancora affascinata, lì con loro.
 


The End, Lemony Snicket. Alt, momento. Questo libro riceve inoltre una menzione onoraria. Io, nella libreria, tengo a parte Sia Harry Potter che Tolkien perché sono quei libri che mi aiutano sempre. Ma che sopratutto mi hanno salvato in momenti davvero brutti in passato. Non siamo qui per parlare di me, ma fatto sta che quest'anno mi sono recuperata tutto Lemony Snicket. Tutto. E mi ha aiutato un sacco. Il fatto che io abbia letto questi libri proprio quest'anno è stata per me una fortuna. Potrei scrivere un libro su quanto questo autore abbia la mia completa stima. Fatto sta che ora, Lemony è sulla mensola insieme agli altri due. Proprio questo libro è nella classifica non perché è il finale, che tra l'altro persino su Goodreads mi sono rifiutata di recensire. Ma perché contiene in poche righe una grandissima verità, una verità triste, ma, assurdamente (ma non così assurda considerando poi Lemony) confortante. Però queste righe, scusate, ma le tengo per me.

Le correzioni, Jonathan Franzen. Di Franzen ho ormai parlato fin troppo. Che i suoi libri mi abbiano colpito si è capito, ma questo è stato quello che mi ha riempito la pancia di emozioni così vere, così reali.

I miserabili, Victor Hugo. Recensire i miserabili è una cosa alquanto impossibile, e forse pure inutile.
La bellezza di questo libro, la sua grandezza è inconcepibile, i suoi personaggi assurdamente veri. Non sento di compiere alcun torto nel dire che è sicuramente uno dei libri più belli mai scritti, uno di quelli che vi avvolgerà completamente. Come ho detto al mio ragazzo è inutile consigliarlo, va letto, non leggerlo è, detto proprio nella maniera meno consona e forse blasfema, come non aver mai mangiato la pizza. Quanta bellezza ti perdi.



Please ignore Vera Dietz, A.S. King. Il perché io abbia letto questo libro mi è un mistero. In realtà lo so, mi son detta "Leggiamo uno YA". Però, il perché abbia scelto proprio questo, che già dalla trama si capisce quanto sia terribile (considerando anche che a me non piace molto il genere), quello mi resta ignoto. Ho detto che non c'è un particolare ordine, ma sicuramente questo è il libro più brutto del 2014. Ma attenzione, non è il solito prodotto commerciale che vogliono ormai propinare ai lettori meno forti o alle ragazzine disperate. Oh, no. Questo è un libro davvero, solo che è talmente insulso da farvelo addirittura ricordare.

I guerrieri del ghiaccio, George R.R. Martin. Martin perché mi hai fatto ciò? Questo è sicuramente il libro più terribile della saga. Insomma la parte. Insomma, lo sapete come è stato diviso. Fuffa. Pura e semplice fuffa. E vi dirò, sono ormai più che certa che Martin il pathos se lo sia mangiato insieme a molte altre cose. Questo libro è semplicemente ridicolo, e io sono indignata. Quelli prima erano insulsi, carenti di suspense, introspezione, bellezza in generale. Ma questo è da ridere, sul serio. Non succede niente, niente, ma aspettate! Uno dei più grandi colpi di scena viene trattato e mostrato con lo stesso stile e prestanza che può avere un comodino Ikea serie Malm. Ah no, un momento. Il comodino ne ha di più.

Butcher's Crossing, John Williams. 
Scusate ma no. Ho colto la volontà e il "messaggio" (sebbene parlare di un messaggio secondo me sia quasi sempre sbagliato), ma mi è giunto in una forma così priva di sensazioni da farmi quasi annoiare. Pensavo di trovarlo pretenzioso, invece neppure quello.

Nel paese della persuasione, George Saunders. Ok, comincio a diventare impopolare. Però a me questo non è piaciuto. Però, un attimo, non sto dicendo "Che schifo". Solo che è stato il mio primo incontro con Saunders e mi aspettavo di meglio, ecco. L'ho trovato un po' noioso. Un bel po' noioso. Come ho detto, molti libri che non mi sono piaciuti non erano poi così terribili, mentre altri (vedi sopra) lo erano tantissimo. Questo appartiene alla prima categoria. Chiaramente Saunders si merita un'altra possibilità.


Il racconto dell'ancella, Margaret Atwood. Mamma mia. Solo ora noto che avevo dato tre stelle a questo libro. In realtà penso che fossi sviata dal fatto che alla fine mi aveva detto qualcosa. Eppure no, ripensandoci mi rento conto che no. È un distopico con un'ottima idea che non sta in piedi. O almeno traballa. È chiaramente sghemba. Fino a metà libro si vaga in una foschia piena di esasperazione. Ok, capisco, deve essere così, ma è terribilmente irritante. Io non voglio la spiegazione carina, anzi, adoro le incertezze, i dubbi, ma in questo caso è quasi tirata per le lunghe, cercando di costruire una sottospecie di suspense che non ci dovrebbe essere, non ci vuole essere, ma quasi c'è. Da metà libro in poi la situazione migliora, ma con altri strascichi di noncuranza, noia, intorpidimento. E ripeto, capisco la volontà di rendere la situazione (l'oppressione, il disagio, la speranza affievolita), ma è semplicemente irritante. Un irritante che non irrita.

Eccoci giunti alla fine della classifica. Avete letto o volete leggere qualcosa tra questi titoli? I vostri migliori o peggiori? 

 



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