Talking about | challenge che non comportano isterismi.

Solitamente partecipare alle challenge è, nel mio caso, assurdamente infattibile e molto poco proficuo. Infattibile perché non mi pare il caso di imbarcarmi in un'impresa dove devo leggere un libro la cui lettera iniziale del titolo sia presente nel mio codice fiscale o cose dove alla fine ci si riempie di titoli assurdi per trovare un rapporto segreto con i colori dell'arcobaleno. No.

Poco proficuo perché raramente programmo cosa leggere. A meno che non sia una nuova uscita amo saltellare e gustarmi quello che mi passa per la mente, senza liste piene di titoli da spuntare. 
Questa volta però ci sto. Eccome se ci sto. La 2015 women challenge è funzionale, ma sopratutto utile. Come si evince abbastanza palesemente dal titolo l'obbiettivo è infatti leggere più scrittrici donne.
Questa sfida è annuale, aperta a tutti, e ha pure dei livelli.
In pratica, voi da adesso fino al 31 dicembre 2015 (data a cui non voglio minimamente pensare comunque) avete tempo per recuperare scrittrici che abbiamo snobbato o che magari abbiamo accantonato un po' troppo. "Recuperare" è la parola chiave per l'OCD che si nutre dele mie energie positive. E i livelli sono tre:
Livello 1: BABY GIRL - leggi 5 libri 
Livello 2: GIRLS POWER - leggi da 6 a 15 libri 
Livello 3: SUPER GIRL - leggi da 16 a 20 libri 
Livello 4: WONDER WOMAN - leggi più di 20 libri.
Io personalmente mi sono decisa sul livello 2. Non voglio strafare, ho tantissime altre cose che vorrei recuperare, mi sembra un buonissimo compromesso. 
Insomma, se non vi pare un'ottima occasione questa continuate pure con le challenge semplici quanto preparare un distillato della morte vivente.
Io vi consiglio tre scrittrici che credo davvero che dovreste recuperare. Oppure sentitevi in colpa, non so.
Amélie Nothomb. Una graziosissima creatura che riesce a unire la delicatezza del Giappone e la pura bellezza francese. Un orgasmo insomma. Vi consiglio di recuperare tutto. Se proprio volete iniziare come si deve però c'è "Metafisica dei tubi", una specie di autobiografia ambientata in Giappone, in mezzo a troppe incomprensioni. Ma ancora meglio, anche se collocato temporalmente dopo (ma niente fisime cronologiche eh, andate dove volete) "Biografia della fame". Crudo e sincero.
Shirley Jackson. La scoperta del 2014. "L'incubo di Hill House" mi si è conficcato in testa e vi assicuro che ormai non lo levo più. La Jackson giocherà con la paura e con il soprannaturale in una maniera indiretta, ma vi assicuro che non mancherà il colpo.
Ágota Kristóf. Se non leggete la Kristóf vi mancherà sempre un po' di freddo. Di quello che punge, ma serve.

Partecipate! E se lo fate andate a segnalarlo. Aspetto consigli, ovviamente.

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