Get this now | Revolushow, spettatori
Revolushow è un sogno frustrante. Anzi, è uno di quei pensieri malsani e insensati che arrivano nel dormiveglia, è grottesco, disturbante, l'opera di Falbo e Caligaris edita da Eris Edizioni dimostra che non c'è via di scampo, non c'è possibilità di liberarsi dalla diretta televisiva.
Il lettore diventa telespettatore, e il live di questa giornata è qualcosa di unico, una puntata speciale. Ospite di King Hashtag è il capo supremo, l'uomo a capo del Bazura Empire.
La diretta è grottesca, terribile, celebra l'orrore senza farsi carico di alcun messaggio, si tratta di uno show dissacrante fino all'esasperazione.
La critica a una società incapace e schiava dei social network non è certo nascosta. L'uomo che non riesce davvero a stabilire un contatto, una condivisione se non attraverso l'uso della rete, una città schiavizzata dagli slogan, dalle dirette televisive, non c'è salvezza e l'essere umano non può certo redimersi ormai. Pagare il canone viene prima di qualsiasi cosa, prima del cibo, prima dell'aria.
Ma la rivoluzione non è attiva, non è reale. Non c'è rivoluzione perché il massacro è ancora una volta dietro uno schermo, l'azione non coinvolge nessuno. C'è solo lo spettatore.
Il Boss è Marat, simbolo di una rivoluzione reale, ma allo stesso tempo un Drugo, distruttivo, crudele, e infine, sopratutto, un fantoccio.
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