Recensioni #1 "The Raven Boys", la rivelazione.

Dunque dunque. "The Raven Boys" è uscito qui in Italia giusto qualche settimana fa, il venti Novembre per la precisione, edito da Rizzoli. Io lo avevo comprato in eBook da tempo, in lingua originale, ma procrastinavo, più che altro per il timore di ritrovarmi davanti l'ennesima love story condita da ovvietà del tipo distopie scarse, bestie soprannaturali distorte o protagonisti così scadenti da farsi venir voglia di buttarsi nel camino. Insomma, vista l'uscita in Italia e visto l'immenso entusiasmo di Ilenia (mi ha trascinato nel baratro) mi sono messa a leggerlo.





La rivelazione. Finalmente uno young adult come si deve, ma, sopratutto, finalmente un fantasy, una saga che ha risvegliato dentro di me la voglia di tirar fuori teorie, di arrovellarmi il cervello, di rimanere con il fiato sospeso e, appena finito, avere la voglia, anzi, l'angoscia di sapere cosa succederà. Veramente, era tanto tempo, forse dai tempi in cui Eragon non voleva trasformarsi in un fenomeno di vendite stratosferiche per allungare il brodo ma solo cavalcare un drago.
La storia è quella di Blue, l'unica in famiglia, anche se il termine famiglia è un po' strettino, a non avere poteri extrasensoriali, ma capace invece di intensificare l'energia e le capacità altrui, storia che si lega a quella degli appunto Raven Boys. I ragazzi che frequentano una scuola piena di quelli che potrebbero risultare in un altro libro come i classici ricconi belli e stereotipati (giustamente), ma qui no. Il quartetto che ci interessa è composto da un ragazzo ossessionato dal soprannaturale, brillante, che vive nel suo mondo personalissimo, uno che potrebbe essere, di nuovo, il bullo stereotipato, ma che è in realtà sarcasticamente a metà tra un cattivissimo ragazzo e un essere con enormi problemi, un disagiatissimo outsider e uno tranquillo e tenero, la tipica mascotte. Come ho detto tutto questo avrebbe potuto scadere solo nei primi quattro capitoli in un brodo di nullità degne della roba che mi tocca vedere pubblicata e proposta con copertine orripilanti, ma lo dirò di nuovo, invece no. Il primo capitolo ci butta dentro la situazione con un bel calcio e ci preannuncia un quadro niente male. Dopo il quarto capitolo ero già pronta a leggere a divorare. Perché le fondamenta sono gettate subito, i presupposti ben chiari. E qui effettivamente mi sono sorti alcuni dubbi. Troppa carne al fuoco, troppi nodi, troppe cose, troppe persone. Si sarebbe ingarbugliato tutto quanto. Ma due capitoli dopo continuava a essermi chiaro che la nostra amica Stiefvater sa sicuramente come far procedere le cose, come tratteggiare ancora di più una situazione incastonata perfettamente in molti problemi, e soprattutto, in molte domande. Non è un tipico crescendo ma più una sorta di svicolare tra dubbi davvero infidi, occhiatine su nuove domande con scarse risposte. A farla breve, l'intreccio non delude minimamente la trama, non sfalda le fondamenta gettate, anzi le fortifica, ci costruisce sopra un qualcosa di meravigliosamente interessante. Perché, oltre ai personaggi, che a mio parere sono il punto più forte del romanzo, visto lo spettro di azione e le loro innumerevoli sfaccettature, che sembrano non finire mai, l'elemento soprannaturale, ma lasciatemi dire magico, della storia è utilizzato alla perfezione. Sarà questo a farvi venir voglia di leggere il capitolo seguente e il capitolo seguente ancora, fino a portarvi all'esasperazione alla fine del libro, volendo sapere. Insomma, quello che una saga dovrebbe presupporsi di fare. La ricerca di un re gallese dormiente, che risvegliato esaudirà il desiderio di chi lo ha trovato. Linee di prateria (ley line in lingua originale). È una quest molto poco ovvia, che svia dal percorso ormai battuto da molti, dove si capisce chiaramente dove si andrà a parare (tizio è un vampiro, probabile apocalisse causata dagli zombie e cose simili), ma sopratutto capace di incentivare molti altri intrecci. Non c'è da un pianeta da salvare, per dire. Prima di tutto perché non si cade nelle solite banalità, come ho già detto, è un'accurata operazione mitologica mista a un interesse paranormale affascinante, ma soprattutto perché i problemi che la ricerca e le linee di energia causano, le loro soluzioni, infestano ognuno dei personaggi in maniera diversa, proprio perché ognuno ha propositi diversi, e ciò risulta subito chiaro dal "legame" tra Blue e Gansey. Lei, predestinata a veder morire il suo vero amore dopo il loro primo bacio, vede lo spirito di Gansey nella notte di S. Marco, quando gli spiriti che moriranno entro l'anno passano sulla strada dei morti, e lei vede uno spirito che dice di essere "Gansey. That's all there is". Lo stesso Gansey che andrà dalla madre di Blue per saperne di più sulle linee di energia, visto che queste sono sfruttate dalle chiaroveggente. Quindi personaggi fantastici più elemento magico per niente banale che incentiva ancora di più i personaggi, cosa che possiamo notare da un uso del pow eccellente, non come qualcuno di mia conoscenza fa in una maniera che sfiora la sceneggiatura, Martin, cough cough. Insomma combo perfetta. Per quello che riguarda lo stile della Stiefvater, di cui io non ho ancora letto altro, ma mi accingo a farlo, posso dire che è davvero ricco, di parole, di costrutti. Leggendo in giro ho letto che molti lo hanno trovato pesante. Non lo definirei pesante, semplicemente lo definirei un po' più ricco, dal punto di vista lessicale e sintattico appunto, degli altri young adult che si trovano in giro, cosa che secondo me gioca a suo favore.
Questi sono i punti di forza del libro ciò che me lo hanno fatto ammirare, oltre ovviamente, agli altri personaggi non protagonisti, che non sono semplici spalle, o altri temi psicologi e sociali che attraversano la situazione e portano il tutto ad essere piacevole.

Io sto leggendo il secondo volume, "The Dream Thieves",e fatemelo dire, sono contenta. Contenta e soddisfatta perché in mezzo a tanta, ma tanta, roba scadente, finalmente sto leggendo qualcosa che davvero è capace di appassionare e far affezionare il lettore. "The Raven Cycle" a mio parere è un lavoro imperdibile, impagabile, che merita una lettura e una schiera di persone che si affannano nel voler sapere e nel voler andare avanti a conoscere quali sono i prossimi passi da fare.


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