Paper Moon
"Gli insetti mi attraggono e mi respingono."
Sicuramente gli insetti (sia gli artropodi che gli aracnidi) non ci sconvolgono quanto dovrebbero. Siamo spesso disgustati ma non abbastanza affascinati da questa enorme ma microscopica classe animale che governa gran parte del nostro pianeta.
Ed è questo il punto. Marco Belpoliti ne La strategia della farfalla (Guanda) lima poco a poco una discussione letteraria e scientifica per dimostrarci quanto incredibile sia il fatto che tutti quanti noi umani, se messi su un'improbabile bilancia cosmica peseremmo quanto tutte le formiche del pianeta.



Nessuno diventa entomologo in un giorno, ma questo libriccino è una lettura piacevole e di un'immediatezza unica. Riesce ad alimentare un interesse o a crearne di nuovi, attraverso curiosità e citazioni più che azzeccate.

Belpoliti parte dagli insetti sociali. Formiche, api, vespe, e le più odiate ma altrettanto ignorate termiti, anche loro creatrici di aggregazioni politicamente corrette. 
Dopo queste creature minuscole ma efficienti quanto un essere umano si passa ad orribili esserini quali zecche, pidocchi, cimici, fino agli orrorifici e psicologicamente intollerabili ragni. 
Insetto di passaggio lo scarafaggio, il cui ribrezzo è sopratutto mentale. 
"Quel fruscio, che crea ribrezzo, è un segnale provocato dallo sfregamento sul terreno degli speroni che si trovano all'estremità delle loro tibie. Hanno sviluppato il linguaggio chimico che si è trasformato in linguaggio acustico: le cellule vicino alle aperture tracheali producono messaggi chimici che provocano contrazioni muscolari. 
Chissà se è questo il linguaggio che parla il povero Gregor Samsa al suo risveglio. In realtà come sostiene Vladimir Nabokov, il giovane commesso viaggiatore non è uno scarafaggio, bensì un coleottero. L'insetto della Metamorfosi di Kafka non è piatto come uno scarafaggio, presenta due convessità sul ventre e sulla schiena e ha gambe piccole: somiglia a uno scarafaggio solo per la colorazione bruna."

Siamo rifocillati dalle innumerevoli curiosità che l'autorità snocciola con divertimento. Le lucciole crudeli femme fatale, la tenacia della zanzara nel trovare un buon ambiente umido dove deporre le uova, e quella delle cimici nel trarre vitamine dal sangue. 
Vi disgusta? Ovvio. Però l'occhio indiscreto si ciba di tutto quello che Belpoliti ci racconta, attravero un connubio di scienza e letteratura, dal mirmecologo Edward Wilson a Levi che cita Gozzano e le sue"Disperate cetonie capovolte".
Con in sottofondo un profetico avvertimento. 
"Quando noi non ci saremmo più, cosa ne sarà delle formiche? Tornando, gli extraterrestri le vedranno evolversi finoa  diventare grandi come noi?". 
Molto probabilmente no, sono troppo furbe, da troppo tempo, per compiere un simile errore. 






Oh, ma ho letto un sacco di roba a maggio! Andiamo con ordine. 

 

Al di là del nero, Hilary Mantel (Fazi). Ci sono prima di tutto gli spiriti. Da temere, da rispettare più che compatire. E poi ci sono Alison e Colette. Due persone che non riescono mai a ottenere davvero ciò che hanno bisogno da loro stesse.
Ma di questo romanzo ne parleremo meglio a breve. 


The Yellow Wall-Paper, Charlotte Perkins Gilman (Penguin). Straniante e terrificante a livelli meravigliosamente crudeli.

 

Canto della pianura, Kent Haruf (NN Editore). Qui un clamoroso delirio post lettura. 

Come funzionano i romanzi, James Wood (Mondadori). La narrativa è funzionale alla realtà. Un tutoraggio dialettico. Dettagli, immedesimazione, il romanzo suggerisce che c'è sempre qualcosa di più. Perché c'è davvero.


Ci sono state altre ottime letture, come il secondo volume della Saga della Torre Nera o il penultimo della Saga di Prydain, ma penso che in entrambi i casi il meglio debba ancora arrivare.  Sto cercando in effetti di terminare alcune saghe, fallendo miseramente iniziandone di nuove (I Regni del fuoco di Tui T. Sutherland, i Lungavista di Robin Hobb, e poi, per non farsi mancare niente, Terry Pratchett).

"Tre giri dovrebbero bastare".
Perdonate l'assenza ma mi son dovuta riprendere. In pratica il mio organismo ha ben pensato di beccarsi un simpatico raffreddore che mi ha stordito malamente. Son passata a rimpinzarmi di tè allo zenzero e efferalgan per poi scoprire con giubilo che la soluzione era semplicemente sfondarmi di ogni tipo di schifezza e birra in sole dodici ore. 
Non ho completato moltissime letture tranne quelle non fiction che avevo scelto di accostare ad altro. Perciò niente, un riassuntino veloce di tre cose che forse potete leggere senza neanche molta fatica.

Vita di Noè, Erri De Luca. A proposito di Noè, avete visto il film di Aronofsky con Crowe? Ero fuori di senno io o è una trashata assurda? Perché io me lo son sorbita per tutta la sua durata non riuscendo a trattenere ogni dieci minuti un "ditemi che è uno scherzo". Poi leggendo in giro vedo che si grida al capolavoro. Ragazzi, c'è Noè che si lega la pelle del serpente addosso e comincia ad avere i poteri magici, ci sono golem di pietra che costruiscono l'arca. Ero ubriaca io? E appunto, giusto qualche giorno prima avevo letto la vita di Noè commentata da De Luca, e vi dico. Quella leggetela. De Luca è piacevolissimo, la lettura è anche piuttosto veloce, potete fare i sapientoni ancora di più.


Consigli a un aspirante scrittore, Virginia Woolf. Io e la Woolf, ormai lo so bene, non andiamo molto d'accordo. Sto posticipando da anni la lettura di Orlando perché so che quello potrebbe davvero piacere, ma ho il timore di esser di nuovo infastidita. Comunque, in queste pagine di diario Virginia ci parla di vita quotidiana, di problemi, delle sue letture e di ciò che scrive. È una telecamera puntata su una donna che da aspirante scrittrice acquista popolarità, si legge nei giornali, parla degli incontri con i colleghi, si lamenta perché si blocca. È stato molto, molto piacevole. Anche in questo caso tra l'altro la lettura è velocissima, e la parte dedicata alla lettura è scorrevole e piena di infidi commenti.

Da Atlantide alla Sfinge, Colin Wilson. La prima volta che lessi questo libro ne sapevo molto meno di adesso. Dopo esser stata ricoperta di nozioni al liceo e ora pure all'uni riesco a riconoscerne ancora di più il valore. Non fatevi fregare per favore, perché questo libro da parte sua non intende fregarvi affatto. Non è roba da allucinati che vogliono convincervi che la piramide di Giza è atterrata con classe, mollata lì da un marziano annoiato. Partendo da dubbi quanto mai ragionevoli e scoperte magari accantonate partono riflessioni sulla civiltà umana e le sue conoscenze. Dal'antropologia, alla geologia. Se perdonate a Wilson qualche riga dove smostra fin troppo per farvi vedere quante ne sa lui e il suo (un po' giustificato comunque) mettere le mani avanti per dirvi che no, non è allucinato, questa lettura sarà veramente proficua.


Ci sentiamo tra qualche giorno. Sto leggendo "Atti osceni in luogo privato" di Marco Missiroli e si preannuncia una lettura di cui parlarvi.
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