Insomma, questo Mooned era al Lucca Comics e io scema non l'ho comprato. Ieri mi sono finalmente decisa a leggerlo. Infatti lo avrei comprato a scatola chiusa, semplicemente per due motivi. Il primo è la luna. Dove c'è di mezzo la luna io vado sul sicuro, come Sailor Moon, secondo motivo il formato della pubblicazione, 10,5 x 29 cm.
Cercherò di farla breve. Mooned è bellissimo. Un bello che, lo ammetto mesta, pentita e afflitta, non mi sarei aspettata. Pensavo sarebbe stato piacevole. E invece no. Mooned è qualcosa che va irrimediabilmente recuperato e assimilato.
Dovete conoscere (ma un po' sicuramente lo conoscete già da qualche parte in quelle vostre menti piene di dubbi) Rico Ferris. Rico è un astronauta in un futuro non delineato, che dopo un incidente insieme al suo compagno Maltzy si trova bloccato (in tutti i sensi, non si può muovere) su una minuscola luna, il cui tempo di rotazione è quello di una tavola. Abbiamo Rico, supino, braccia spalancate, che aspetta nella sua omni-tuta che gli garantisce la sopravvivenza. Aspetta Maltzy. Il suo amico, che sicuramente verrà a salvarlo. Il problema è che noi fin dal primo incontro con Rico sappiamo che il suo amico è sul lato apposto della stessa luna. Morto. Quest'ironia tragica, questo esistenzialismo basato su un'attesa mal riposta pervade tutta l'opera. In queste prime tavole Rico si lamenta del suo amico, che sicuramente al ritorno lo tratterà come un cretino, si lamenta della luna minuscola su cui si trova. Intanto Maltzy giace morto dalla parte opposta, e noi che vediamo la rotazione lunare completa lo sappiamo benissimo.
Ma poi arriva altro. E diciamolo subito, l'arma vincente di questo fumetto sta tutta in un mix micidiale tra malinconia, surrealismo e umorismo tagliente.
Abbiamo Rico esasperato, che piano piano sembra perdere il senno (l'uso del termine senno è giustificatissimo signori). Impazzisce, sfonda persino la quarta parete (e di sfondamenti della quarta parete ce ne sono alcuni che valgono da soli tutto quanto). Sono frutto della sua immaginazione (forse) altri bizzarri personaggi che transitano ogni tanto da quelle parti. C'è il vero affittuario della luna, un pappone con le sue tre ragazze, Donna (di cognome Cannone) e poi tra gli altri Tom (e chi è questo Tom ve lo andate a leggere così poi mi dite se non bisogna adorare questo fumetto). I personaggi, il loro influire sulla vicenda, rendono la situazione spesso grottesca, assurda. L'ambiente si plasma attorno alla mente ormai completamente alla deriva di Rico, che ricordiamolo, rimane sempre immobile (più o meno) sulla superficie lunare, incapace di qualsiasi cosa.
Questo vi dovrebbe chiarire quale sia la qualità dei dialoghi. Le frasi sono vivide, taglienti, capaci di farvi crollare o ridacchiare sommessamente. Ma sopratutto ci sono momenti che vi faranno fermare un po' a pensare. Se l'universo è davvero un accrocchio di lamantini (parola di Tom), cosa è reale? Cosa non lo è? Vale la pena davvero fare qualcosa (o sopratutto non farlo?) Messa così sembra l'incipit di una puntata di Heroes, ma non prendetela male, anzi.
E poi non scordiamoci il punto principale. Perché voi lo vorrete sapere quanto me. Nico Ferris alla fine ce la fa?
Vi invito cordialmente ad andare a leggervi tutto quanto Mooned (visto che non dovete neanche muovervi per farlo). Tornate pure a ringraziare.