20.2.15

Not so monday mixture | finally, Uno.

Ormai il monday mixture non si fa mai di lunedì. Prendiamone atto. Così come io ho preso atto che non prendere quella spilletta da Forbidden Planet che mi invitava a chiamare Saul è stato uno sbaglio che ora come non mai si fa sentire.
Dopo mesi di attesa è uscito lo spin-off  le cui aspettative non erano alte. Non erano nemmeno da considerare, e diciamo pure le cose come stanno. Gli spin-off sono potenzialmente pericolosissimi, la caduta può essere atroce. Ok, i prequel sono sempre, a mio parere, ma sono una feticista, una goduria immensa. Anche dopo la serie tv migliore mai creata (perché BB lo è, lo è) ci poteva ugualmente essere una cosa priva di spessore, una serie macchietta. Io sinceramente non ho mai avuto dubbi, nell'attesa, che sarei stata ricompensata da brava ragazza fiduciosa.
Perché Better Call Saul è sensazionale. 

Parliamo solo del pilot, "Uno", così non ci sbagliamo.



"If I'm lucky, in a month from now, best-case scenario, I'm managing a Cinnabon in Omaha."
Da "Granite State" a "Uno". Una frase, un inizio infido da morire. Dal flashback al prequel in un nanosecondo, e Saull stringe il vostro stomaco di spettatori che hanno assistito all'immensa parabola di Walter White ma si affaccia anche a "quelli nuovi" come James "Jimmy" McGill. E sappiamo come Jimmy diventa Saul, e la sua decadenza. Ma la sua storia? Trasformazioni, stratificazioni, percorsi, suona famigliare, ma non lo è. Perché l'incip è già veloce, tagliente, esasperato. Ci appare subito chiaro il ruolo del perfetto ed eccellente in una maniera terrificante Bob Odenkirk. Walter White alla fine si rende conto di non aver mai indossato una maschera, mentre qui, il povero Jimmy è costantemente incastrato in un qualche ruolo. Il fratello, il piantagrane, l'irriverente, l'avvocato che "I don't go looking for guilty people to represent", ma non è nemmeno un puro di cuore, assolutamente, altrimenti quei ruoli mica gli verrebbero così bene. Ma non è un criminale. Non è il consulente finanziario dell'imperatore delle metanfetamine. È "slippin' Jimmy". Perché è furbo, passatemi il termine, smart. C'è un minuto in cui condivide una sigaretta e quello è il momento in cui per un attimo tutto sembra vicinissimo. Ma non debole, non pallido. 
Per questo l'arco narrativo è già visibile (ma non ovvio, chiaro) in tutta la sua magnificenza, è tutto solidissimo, a più dimensioni. Così come Saul l'episodio, al sua costruzione è intelligente, è tagliente. E abbiamo detto di fermarci a "Uno", ma "Mijio"! Dio del cielo. Mi si fa palese la mia attenzione quando sto zittissima e non mi lamento del computer sul letto. Ecco, io che la seconda puntata stava finendo nemmeno me ne sono accorta. Il taglio che Gilligan ci offre non ha nessun effetto di già visto, così come non ci sono quelle strizzatine d'occhio che sono la piaga degli spin-off. Il MIO amico Mike non è un regalino che ci hanno voluto offrire tanto per piacere, così come non lo è Tuco Salamanca che ci molla a fine puntata con il solito cliffhanger che santo cielo. 
Perché non è BB. E non capisco neanche il fare paragoni, visto che sono due cose completamente differenti. Costruire qualcosa intorno a un personaggio come Jimmy, quando oltretutto già sappiamo che diventerà Saul, è ben diverso che mettere in atto un drama che vi toglierà qualche organo e lo calpesterà a terra. L'unica cosa in comune è la bellezza limpida di questi episodi. Poi che ne so, magari va tutto in vacca tra qualche puntata eh. Ma ci credete?
Io quella spilletta la rimpiango orribilmente.