Murakami ci ha abituato a incamminarci nell'onirico ponendoci le giuste domande, senza, ovviamente, trovare mai quelle che sembrano le risposte adatte.
In questo racconto tratto da "L'elefante scomparso e altri racconti" siamo però immersi totalmente e senza respiro in una dimensione ben più sconvolgente. Quella di un'eterna veglia che cancella poco a poco i confini della realtà.
Chiaramente potete procurarvi la raccolta di racconti, anzi, dovete farlo. Ma avete visto questo volume? Le illustrazioni di Kat Menschik (vi invito a cercare altri suoi lavori online) vi catturano e non vi danno tregua. Io, lo ammetto, tenevo in mano questo libriccino in adorazione.
Se è stato scelto proprio questo racconto per ricevere queste illustrazioni non è certo un caso. Come vi ho detto la storia è appunto quella di una veglia perenne. Mancanza completa di sonno e stanchezza in una vita del tutto ordinaria. Una donna sposata con un figlio che ogni giorno affronta la stessa routine, abbandonandosi a ben pochi sfoghi.
Potrebbe sembrarvi banalissimo ma, guarda caso, non lo è affatto.
Perché non c'è nessuna lezione in questo racconto, nessuna dimostrazione spicciola della serie "la tua vita verrà sconvolta perché sei una persona banale e comune". Forse vuole ingannarvi e farvi credere proprio questo in realtà. Che così come in altri romanzi di Murakami una vita fatta di abitudini più o meno sane possa essere sconvolta dal surreale.
In questo caso però, secondo la mia modestissima opinione, e credo che le illustrazioni lo confermino abbiamo qualcosa di più.
Una metamorfosi.
Qual è la verità? Il sonno che "raffredda" i meccanismi? Una routine poco cosciente? Dei ricordi che sbiadiscono e poi si presentano di nuovo, più reali di una vera esperienza?
Ci sono così tante domande, per niente esplicite poi, e così tante possibili risposte.
A questo serviranno quelle illustrazioni. A farvi perdere ancora un po' di più, insieme alla protagonista, giungendo, o forse no, a una vera trasformazione.