22.11.14

Talking about | Stephen King ci dice i suoi dieci libri preferiti e io vi dico quali sono i miei suoi (titolo del post ruffiano)

Stephen King ha stilato una gran bella listina dei suoi dieci libri preferiti. Il mio carissimo amico Stephen (amiconi dal lontano 2000 noi eh), ha gentilmente risposto alla richiesta del giornalista J. Peder Zane, che ha chiesto a diversi scrittori quale fosse appunto la loro top ten narrativa per il suo libro "The Top Ten: Writers Pick Their Favorite books". Il libro è stato pubblicato nel 2007, ma il progetto è continuato, portando alla creazione di un meraviglioso sito pieno di liste (uno struggimento dolcissimo per non mettersi a far niente e riempire pagine di Moleskine con nuovi libri da comprare). I suoi libri preferiti sono dunque:


  •  The Golden Argosy, Van H. Cartmell & Charles Grayson. Short stories insomma. 
  •  Le avventure, Huckleberry Finn di Mark Twain. 
  •  I versi satanici, Salman Rushdie. Io scema non avevo mai letto la trama decentemente.
  •  McTeague, Frank Norris.
  •  Il Signore delle mosche, William Golding. Bello e brutale.
  •  Casa desolata, Charles Dickens
  • 1984, George Orwell
  • The Raj Quartet, Paul Scott
  • Luce d'agosto,William Faulkner. Mi sento ancora più in colpa ora.
  • Meridiano di sangue, Cormac McCarthy 
In molti si sono stupiti. Ma come, Stephen King, gran maestro dell'horror, quello che ha infilato un clown assassino/personificazione del male in un tombino pronto ad amputare bambini, non ha nemmeno un libro di Poe, di Lovecraft, di Chambers? Nemmeno una cosina come Bram Stoker.
No, e mi pare giusto. Ora, spesso ha detto a chi si è ispirato per i suoi lavori, tra i molti, è stata citata anche Shirley Jackson (di cui potrei osannare per ore il libro "L'incubo di Hill House", a mio parere un tuffo nell'ignoto e nell'ansia incredibile). Innumerevoli sono anche i riferimenti all'universo mostruoso di Lovecraft (vedi Yog-Sothoth). Tuttavia, se qualcuno ha letto e amato i libri di Stephen King si sarà accorto che la paura del buio non è altro che un meccanismo per innescare il ben più terribile e spaventoso inconscio umano. 



Sovente sono infatti gli esseri umani ad essere spaventosi, ma sopratutto i loro meccanismi mentali, le loro preoccupazioni, le loro ansie ed ossessioni diventano l'arma perfetta, non solo il movente, di un romanzo terribile che vi terrà incollati ore ed ore. Se infatti leggendo Lovecraft (ok, stile diverso, ma lasciatemi dire) o la Jackson (vedi sopra), bisogna assolutamente prender fiato emergendo da un'aria densa di paura, con King questo non succede. Lo stile narrativo e una maestria davvero invidiabile nello snodare un intreccio perfetto fanno sì che la paura diventi una droga. L'orrore crea dipendenza, ed è difficile smettere di leggere. Ciò non significa che sia tutto un frutto della coscienza umana, bensì le due cose vivono in una simbiosi assolutamente e perfettamente ideale, vedi, esempio lampante, la discesa nel male di Jack Torrance.
Quindi non c'è niente di strano in una scelta come "Il signore delle mosche". Bambini che vengono corrotti dal loro stesso animo umano. L'attenzione per le vicende umani (quelle crudeli e desolanti) è quasi sempre presente, e spesso neanche così palese all'inizio. Il fattore scatenante può essere soprannaturale appunto, o solamente umano, una perversione che lentamente sale in superficie.
Non so se si è capito quanto mi piace. Per questo ora vi affibbio i miei cinque libri preferiti di Stephen King (cinque perché le mie liste dopo il sei a stento si fermano a dieci).
  • Cose preziose (1991). Questo non solo è il mio libro assolutamente preferito tra tutti (ed il primo mai letto di Stephen), ma è un libro che consiglio sempre a chiunque. Senza aver letto quest'opera meravigliosa si vive male. Il fattore soprannaturale, cattivissimo tra l'altro, è a servizio di un'analisi della meschinità umana e delle sue ossessioni. 
  • Le notti di Salem (1975). In questo caso il male ha radici profonde e molto più solide, ed è sicuramente uno dei lavori dove più si fa sentire l'influenza del buon vecchio Lovecraft. Il buio striscia e si insinua in ogni luogo. Si è chiusi in una stanza, il silenzio e l'attesa sono distruttivi. 
  • L'ombra dello scorpione (1978). Un dramma che sa trasformarsi in ogni pagina. La classica lotta del male contro il bene, la storia umana, la speranza. 
  • Under the dome (2009). Quando si trattava di avvicinarsi ai "nuovi" romanzi ero un po' scettica. Mai errore fu tanto grande. Questo libro è la versione più puramente distopica del precedente. Uno di qui casi dove le 1074 pagine vengono divorate a blocchi, nessuna tregua. Io personalmente non lo consiglierei come primo approccio a King, partirei da Salem appunto, o da un classicissimo Pet Sematary. Tuttavia, come incontro per qualcosa di più fresco ed anche un po' sci fi, allora sicuro. 
  • Scheletri (1985). Questa raccolta è tra le più magnifiche. Non fatevi fregare da Incubi e deliri, la perversione vera è annidata (termine quanto mai adatto) qua dentro. Vi assicuro che per quanto banale, il racconto "La zattera" vi ossessionerà un per molto, molto tempo.
Non ho incluso It nell'elenco perché lo giudico qualcosa di diverso. Non so, per quanto sia molto probabilmente il ritratto rappresentativo della scrittura di King trovo che sarebbe sleale includerlo in un elenco simile. It sta all'horrror come Il Signore degli Anelli al fantasy. Sono in un iperuranio tutto loro quei librì lì.