- I Miserabili, Victor Hugo. La bellezza di questo libro, la sua grandezza è inconcepibile, i suoi personaggi assurdamente veri. Non sento di compiere alcun torto nel dire che è sicuramente uno dei libri più belli mai scritti, uno di quelli che vi avvolgerà completamente. Come ho detto al mio ragazzo è inutile consigliarlo, va letto, non leggerlo è, detto proprio nella maniera meno consona e forse blasfema, come non aver mai mangiato la pizza. Quanta bellezza ti perdi.
- Butcher's Crossing, John Williams. Ho colto la volontà e il "messaggio" (sebbene parlare di un messaggio secondo me sia quasi sempre sbagliato), ma mi è giunto in una forma così priva di sensazioni da farmi quasi annoiare. Pensavo di trovarlo pretenzioso, invece neppure quello.
- Dance dance dance, Haruki Murakami. Mentre ne La fine del mondo" e in parte anche in Tazaki Tsukuru (ma in modo diverso, e comunque il discorso potrebbe valere anche per altri libri, ma in questi è quasi palese) il percorso era in un certo modo segnato, stavolta è un gioco dove non ci sono ingranaggi specifici se non quelli fin troppo umani. Questo danzare è quasi rilassante, ma di sicuro appagante. E proprio perché si danza la fine non è mai stata così "non definitiva", per niente straniante. Bello bello.
- L'oceano in fondo al sentiero, Neil Gaiman. Ogni tanto penso che vorrei scrivere come Murakami o come King. Aggiungo alla lista Gaiman.
Questo libro è una cosa preziosissima. Le sensazioni e il sapore che ho adesso sulla pelle so che rimarranno tali, so che potrei rileggere di nuovo questo libro e sentirmi di nuovo così piccola. Ma piccola davvero. Questa volta Neil ha usato degli elementi fantastici e incomprensibili per avvicinarci ancora di più alle realtà umane. Davvero, è così. Ma a parte qualsiasi tematica sia possibile ricavarne questo libro fa sicuramente bene al cuore. Davvero. - Libertà, Jonathan Franzen. Secondo libro di Franzen, e ho come l'impressione che ogni volta, dopo averlo finito, io debba raccogliere tutti i pezzi che ho scaraventato in giro perché fossero paragonati ai protagonisti.
Libertà è stato un percorso bello e infernale. Al contrario de "Le correzioni" qui si muove con meno ansia e più violenza. Ci sono infinite potenzialità, e nel nome di una libertà tanto agognata si viene calpestati, ci si diverte, ci si sente immensamente soli. Secondo me con Franzen queste "saghe famigliari" raggiungono un livello superiore. Sono libri terapeutici. Io ora respiro meglio, anche se ho un incredibile groppo alla gola. - Dio la benedica, dottor Kevorkian, Kurt Vonnegut. Molto molto carino. Cose piccole che fanno piacere.
Credo proprio che in cima alla lista metterei i Miserabili. Anche se Franzen e Neil, beh. Diciamo pure che, vedi sopra (e qui), ci sono parecchio rimasta.