Get this now | Nyctophobia, nessuna salvezza

Nyctophobia di Carlo Vicenzi (Dunwich Edizioni, ovvio) è un romanzo claustrofobico. 
Consigliato? Sì, consigliatissimo. Potremmo chiuderla qui effettivamente, perché non c'è miglior aggettivo di claustrofobico per farvi capire l'esperienza affrontata in questa lettura.


Vicenzi plasma un mondo dove apparentemente non c'è alcuna salvezza. 
Sulla terra è calato un buio eterno, corporeo, che ha fatto dimenticare a molti la luce del sole, e che ha reso dei pazzi sognatori quelli che ancora provano a ricordarla. 
Eliana, una ragazzina che non vuol essere etichettata come tale, viene esiliata, ed è in quel momento che si trova a dover sopravvivere in mezzo all'oscurità.
Farà affidamento su vari personaggi, in un viaggio che la porterà a doversi fidare di molti ma sopratutto a doversi difendere da qualsiasi cosa. 

Il fascino del romanzo risiede proprio in questo. Perché questo scenario weird fantasy porta con sé creature nuove, impossibili e surreali. 
La flora e la fauna si sono dovute adattare a questo mondo corrotto dal buio, sviluppando nuove caratteristiche che le rendono spesso letali ma quasi sempre incredibilmente affascinanti. 
Perché è questa la vera forza del buio: è affascinante. 
La vera sfida non è sopravvivere alle trappole nascoste e celate dalla spessa coltre nera, ma resistere a ciò che essa sembra offrire. 
Non si perde sé stessi nell'oscurità, ci si perde insieme ad essa. 
Ed è questo che rende il romanzo agghiacciante: non c'è salvezza alcuna. 
Per trovarla bisogna prima ritrovare il passato, la fiducia, l'essere umano che in un mondo senza luce sembra essere svanito per sempre. 



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